Si sparla tantissimo delle violazioni della privacy causate dai droni
Il nuovo Regolamento Europeo sui droni recentemente adottato dalla Unione Europea ne fa un violazione da trattare con causa. Nelle pagine delle norme pubblicate il giorno 11 giugno 2019 sulla Gazzetta Ufficiale UE si parla di privacy by default.
In sostanza i droni per poter volare in Europa una volta che il regolamento sarà a pieno regime con inizio Luglio 2020, dovranno essere pensati e progettati per tutelare la privacy dei cittadini a terra.
Ovvio che un drone volando estende in maniera innaturale lo sguardo umano che non si ferma di fronte alla barriere sin qui costruite: siepi, recinzioni cancelli, mura di cinta.
Ma il regolamento prevede anche altre forme di violazioni della sfera di intimità delle persone a terra, va a prevedere anche una ricezione più o meno volontaria di conversazioni e di dati.
Parlando di dati, l’attenzione si eleva e un certo tipo di utenza professionale alza le antenne o le eliche, per usare una simpatica analogia.
Come noto il GDPR approvato e in vigore dallo scorso maggio 2018 ha norme ben severe e precise per la tutela dei dati sensibili e sopratutto la loro protezione.
Il modo migliore per proteggere dati non è ovviamente quello di installare firewall o ingaggiare ancor più costosi consulenti informatici, ma è proprio la “non raccolta” dei dati che proteggerà coloro che non vogliono apparire.
Durante l’uso dei sistemi professionali, perché chiamarli semplicemente droni parrebbe riduttivo, molto spesso la domanda da parte dei corpi di polizia è: “Quali dati sono trasmessi via etere?”
Nella normativa di Easa ogni drone cha ha installato il sistema di posizionamento e una camera video che gestisce immagini o fotografie deve, obbligatoriamente, registrata con relativo riconoscimento del Pilota o Operatore.
Interpretazione di questa punto, prevede, che anche i droni sotto i 250gr. devono essere registrati.
Ma a livello software come siamo messi ?
Le protezioni privacy reggono con questi sistemi ?
Il drone è sicuro con tutti questi dati che rilascia all’interno dell’applicazione software del sistema ?
Non e che i miei dati sono usati per altri scopi, accordi nascosti….??
Queste sono risposte che dovremmo avere nelle liberatori di chi produce i droni, per inserire sempre nel nostro GDPR aziendale.
Nei prossimi mesi sarà una dura battaglia sia a livello normativo Easa che normativa GDPR per la protezione dei dati privacy.